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Se nel 2021 ha ancora un senso visitare le fiere di settore, è una domanda che credo si stiano ponendo in molti.
Chi lavora in progettazione meccanica, conosce bene il valore aggiunto di questa attività. La partecipazione a fiere di settore è un momento per analizzare i vari mercati, per cogliere gli stati d’animo degli operatori e per fare formazione. Sul campo, individuale e di gruppo.
Le fiere non sono quindi un momento di pura natura commerciale, anche se il primo interesse di chi espone e di chi le visita è principalmente economico (incluso cercare potenziali clienti e contatti).
Dopo le chiusure forzate dovute alla pandemia, in questo autunno si sono concentrati numerosi eventi fieristici: alcuni perché storicamente si sono sempre svolti in questo periodo, altri perché hanno spostato la data di eventi previsti nel primo semestre dell’anno, addirittura recuperando appuntamenti del tutto saltati.
In ogni caso, nell’atmosfera generale di questi ambienti, si respira una voglia di riprendere il prima possibile le abitudini interrotte nel 2020.
Nuove tecnologie, nuove necessità
In questi ultimi anni, le aziende hanno approfittato maggiormente delle attuali opportunità di connessione: sono nate così numerose fiere digitali, che sfruttando il blocco delle manifestazioni fisiche, offrivano un’alternativa per poter presentare i propri prodotti o servizi.
Dalle semplici connessioni di gruppo a veri e propri stand virtuali, con avatar 3D che si muovono al loro interno visualizzando video e altri contenuti multimediali, scaricando documenti e molto altro ancora.
Un esempio recente è proprio quello di Facebook con Metaverso, e subito dopo Microsoft con Teams: hanno annunciato di voler introdurre avatar 3D nelle comunicazioni o addirittura creare un insieme di spazi virtuali da creare ed esplorare.
Una primissima idea di questo genere faceva già capolino nel 2003, che quelli meno giovani come me ma appassionati di novità sicuramente ricorderanno: SecondLife.
Torniamo alla domanda inziale…
Ha ancora senso la fiera di settore fisica?
Con l’occasione di vedere dal vivo macchinari, componenti e oggetti, partecipare a fiere di settore resta una grande occasione per trasferire alle persone più giovani esperienze ed esempi di utilizzo in progetti eseguiti tempo prima.
Si può trarre spunto da quanto visto per chiarire scelte di progetti in corso, discutere e confrontare idee diverse, approfondire concetti e meccanismi e formare le nuove leve. E per un team di sviluppo progetti, questo è un ottimo allenamento.
Una volta si andava in fiera per vedere “le novità”: era l’unica occasione per guardare dal vivo macchinari, componenti, tecnologie, nuove aziende o la crescita di aziende storiche. L’obiettivo di tutti era farsi vedere e, oltre alla stampa di settore, era l’unico modo per farsi raggiungere dalle persone interessate.
Adesso, con l’avvento di internet e della comunicazione digitale (video e cataloghi on-line, configuratori di prodotto, ambientazioni in realtà virtuale o aumentata, ecc.) le possibilità sono molteplici e la maggior parte delle aziende affianca la comunicazione digitale e social alla fiera vera e propria.
Rispetto alle prime fiere che ho visitato con mio padre quando ero studente delle superiori (seconda metà degli anni ’80), le cose sono molto cambiate: dalle code per entrare in fiera in biglietteria ai cataloghi unicamente cartacei, dalle borse piene di depliant ai biglietti da visita, dalle corsie sovraffollate agli stand presi d’assalto. Tutti a caccia di novità che difficilmente erano preannunciate.
Adesso si viaggia “leggeri”: biglietto digitale in anticipo, indicazione del giorno di visita, siti o app di guida per orientarsi in fiera e cercare direttamente gli espositori o gli incontri a cui si è interessati, la possibilità di collegarsi al sito internet della società per vedere anche altre cose oltre a quelle esposte, file di cataloghi inviati in tempo reale…
Quello che fortunatamente non manca, sono le persone di riferimento. Nella maggior parte dei casi, tecnici commerciali – ma anche tecnici di prodotto – ai quali poter porre quesiti di un progetto che si sta eseguendo o per il quale si sono incontrate particolari difficoltà.
Incontrare persone di riferimento della propria zona o dell’ufficio tecnico dell’azienda dal vivo, e la possibilità di instaurare un breve rapporto diretto con loro, aiuta la successiva fase di interazione da remoto (telefonate, mail, call, ecc).
Cosa succederà nel prossimo futuro?
Fisico e digitale vanno pesati con attenzione ed equilibrio: non sono due canali alternativi, ma partecipano entrambi al risultato economico e di immagine dell’azienda. Il digitale a supporto della manifestazione fieristica, e quest’ultima come volano di contenuti per alimentare il digitale.
Anche la progettazione – che oramai viene fatta quasi esclusivamente in maniera digitale – può dare il proprio contributo fornendo modelli e contenuti per far aumentare l’esperienza della visita in fiera o fornire supporto ai commerciali con i propri clienti.
Nella progettazione infatti, ci è richiesto di analizzare molti aspetti: normative, dettagli, gestione ecologica, fasi di ordine e conservazione in magazzino, montaggio e trasporto, installazione e manutenzione, smaltimento e riciclo…
In fiera puoi confrontare più punti di vista e mettere in relazione situazioni a volte anche molto differenti tra loro. Questo aumenta la possibilità di valutare correttamente le soluzioni e trova spunti per nuove applicazioni. E perchè no, nuovi business.
A prescindere dalla modalità, l’importanza delle fiere di settore sta nel fatto che puoi:
- percepire meglio un prodotto;
- capire la predisposizione digitale dell’azienda (molto importante per chi come noi utilizza modelli digitali da inserire nei progetti 3D);
- individuare tools di calcolo e dimensionamento a supporto delle scelte progettuali;
- trovare alternative in maniera rapida;
- accedere a tutta una serie di informazioni tecniche di dettaglio e alle schede relative a montaggio, manutenzione ordinaria e straordinaria, suggerimenti, procedure per la sostituzione e la gestione a fine vita del prodotto.
La realtà Aumentata o Virtuale già consente di portare con sé la gamma completa dei propri impianti e dei propri macchinari, abbattendo notevoli costi e dando la possibilità a tutti di interagire in tempo reale, come se si fosse presenti nella realtà dell’impianto stesso.
Tra chi pensa che non sia ancora il momento – e per loro forse non lo sarà mai – e chi ritiene sia solo un gioco, c’è qualcuno che si sta preparando e che farà da precursore.
Toccherà a tutti gli altri rincorrere.
Sono Socio e General Manager di Kreacta, un brand di 10 i cube srl. Ho svolto in più occasioni il ruolo progettista meccanico e responsabile di prodotto in importanti aziende nel settore delle macchine utensili e della Ricerca Scientifica. Opero da oltre trent’anni nella progettazione meccanica e nella consulenza industriale, con esperienze anche nei settori di sviluppo del software, piattaforme web, realtà virtuale ed aumentata e sistemi interattivi.