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Negli ultimi anni la sensibilità delle persone nei confronti dell’ambiente e del rapporto che l’essere umano ha con esso, è sicuramente aumentata.
E non parliamo solamente del singolo individuo: la raccolta differenziata, un utilizzo appropriato dei cestini e il rispetto della natura in tutte le sue forme, dovrebbero essere una prerogativa già affermata da tempo.
Anche molti personaggi celebri si sono schierati in difesa dell’ambiente, rendendo pubblici casi di sprechi, inquinamento e prevaricazione.
Nelle aziende, invece, cos’è cambiato? Chi si trova a gestire piccole-medie aziende o grandi multinazionali ha messo in atto il cambiamento o ha fatto finta di non vederlo?
Ambiente e industria: qualcosa è cambiato?
Negli ultimi anni la sensibilità delle persone nei confronti dell’ambiente e del rapporto che l’essere umano ha con esso è sicuramente aumentata. E non parliamo solamente del singolo individuo: la raccolta differenziata, un utilizzo appropriato dei cestini e il rispetto della natura in tutte le sue forme dovrebbero essere una prerogativa già affermata da tempo. Anche molti personaggi celebri si sono schierati in difesa dell’ambiente, rendendo pubblici casi di sprechi, inquinamento e prevaricazione.
Questione ambientale? Ecco cosa dovrebbe chiedersi un progettista meccanico
In pochi anni ci sono state molte cause che hanno fatto sì che la natura fosse sottoposta a un deterioramento progressivo:
- lo sfruttamento smisurato delle risorse
- la distruzione di interi ecosistemi
- l’estinzione di varie specie di flora e fauna
- l’inquinamento
Queste sono solo alcune delle conseguenze più gravi. Per fare un esempio pratico, prendiamo in considerazione gli inquinamenti. Quanti elementi inquinanti e nocivi ci sono nell’atmosfera, nelle acque e nel suolo? A bizzeffe. Molte delle sostanze inquinanti sono costituite dai residui dell’attività industriale. Ed è qui, come essere umano e come progettista meccanico, dovrei chiedermi: quanto pesa nella mia azienda questo aspetto? Nella produzione o nell’utilizzo di materiali, c’è una fase della progettazione meccanica destinata a quale sarà il loro ciclo di vita? Come saranno smaltiti? Quanto inquinerà la loro produzione e il loro smaltimento?
Quesiti come questi non dovrebbero essere facoltativi. Infatti, oggi, in molte aziende e organizzazioni si parla di Responsabilità Sociale d’Impresa. Di cosa si tratta? Esprime l’impegno di un’organizzazione a considerare gli impatti ambientali e sociali derivanti dalla propria attività. Chi è a capo dell’impresa ha un obiettivo specifico: creare il minor impatto possibile per preservare l’ambiente che ci circonda per le generazioni future.
Se nella tua azienda ancora non accade, sono certo che avverrà molto presto: da poco, infatti, è stato creato anche un Ministero dedicato alla Transazione Ecologica, nella speranza che il rispetto dell’ambiente diventi uno dei traguardi fondamentali di ogni realtà lavorativa.
L’ambiente deve essere presente in tutte le fasi di progettazione: dall’idea allo smaltimento
Se invece, come me, ti sei già trovato ad affrontare questi argomenti, avrai notato che nella maggior parte dei casi quando si parla di questioni ambientali, ci si concentra solamente sull’ultima parte, ovvero quello che direttamente percepiamo come ambiente e natura.
Ma è giusto guardare il dito o mirare alla luna? È importante non fermarsi solamente a quello che è più visibile e più vicino, poiché è il risultato di tutti i processi che sono stati elaborati in fase di progettazione. Quando si pensa all’impatto ambientale di un’impresa, le prime immagini che si creano nella nostra mente corrispondono alle ciminiere che emettono fumi neri nell’aria o gli scarichi delle fabbriche che rilasciano sostanze inquinanti nei fiumi.
È qui che dobbiamo provare a cambiare il nostro modo di pensare: il nostro ragionamento deve partire anche da più distante, facendo magari un percorso anche più tortuoso. La questione ambientale deve essere presente in tutte le fasi di progettazione: dall’idea al disegno, dal disegno al progetto, dal progetto al prodotto, dal prodotto allo smaltimento.
Progettazione meccanica e ambiente: facciamo un esempio pratico
Anche nell’ambito della progettazione meccanica, l’ambiente quindi ha acquisito il suo valore. Sempre più spesso ci confrontiamo con nuovi progetti in cui il rispetto delle norme legate alla tutela dell’ambiente diventa uno dei motivi più importanti per avviare un processo di ristrutturazione o inserimento delle macchine in un’azienda.
Proviamo a capire cosa significa pensare in modo “green” da un esempio pratico.
Voglio ridurre il peso di un macchinario, quali sono gli impatti sull’ecosistema?
Ridurre il peso o il numero dei componenti vuol dire ridurre i consumi relativi alla produzione di quel specifico pezzo. Questo processo coinvolge:
- i materiali usati
- l’imballaggio e quindi il materiale da riciclare nel fine vita
- dal trasporto, che include dai consumi di carburante, all’inquinamento dovuto a tutta la filiera – pneumatici, pm10, e così via – fino alle attività per gestire lo spazio nei magazzini;
E tutto ciò dipende ovviamente dai volumi e dal peso del macchinario o del singolo componente che stiamo per installare.
Quando arriviamo alla messa in servizio del macchinario:
- bisogna coinvolgere un altro macchinario che deve muovere componenti anche molto pesanti
- c’è bisogno dunque di maggiore energia proveniente o da un motore a combustione o da un motore elettrico: questo cambia quanto più distante dall’utilizzo avvenga la generazione di quell’energia e il relativo inquinamento o sfruttamento delle risorse.
Consiglio: un macchinario che consuma meno energia, che sia elettrica, ad aria compressa, ad olio o di altro tipo, ha un vantaggio economico non solamente immediato nella riduzione del costo della bolletta elettrica, ma a cascata nella manutenzione e gestione di tutto l’impianto!
Detto ciò, continuiamo a guardare il dito, o cominciamo a bramare più della luna, Marte, viste le ultime conquiste della Nasa?
Analisi “green” in fase di progettazione: è davvero tempo perso?
In un solo esempio abbiamo potuto notare quanti vantaggi possono nascere da alcune scelte in fase di progettazione se si investe in una direzione precisa: l’ambiente. Iniziamo un nuovo progetto con una sensibilità rinnovata: quanto inquinamento e spreco inutile stiamo generando quando sovradimensioniamo oggetti, motori e automazioni?
Investire in una progettazione o ri-progettazione accurata e consapevole delle macchine; o ripensare quello che si è già fatto alla luce delle nuove tecnologie, dei nuovi materiali, processi e conoscenze, è pensare con coscienza a un’innovazione radicale e non solo a un’innovazione superflua.
Innovazione vuol dire anche ridurre i consumi e lo sfruttamento delle risorse. Per fare questo serve analizzare i dati, ma per analizzare i dati serve averli, per averli serve decidere quali sono i dati che serve monitorare, come monitorarli e quanto farlo.
Se i macchinari oramai sono comandati e gestiti dall’elettronica e da sensori attraverso i quali è relativamente semplice acquisire i dati, forse l’unica cosa che manca è proprio cambiare la nostra mentalità.
E questo tempo, il tempo delle analisi e delle riflessioni, è sempre interpretato e valutato – soprattutto dai clienti – come tempo perso. Come mai? Perché è sempre un costo e non un investimento?
Cambiare mentalità: la prima scelta da prendere per l’ambiente
L’investimento in riflessioni come quelle destinate al rispetto dell’ambiente deve essere percepito e attuato in tutta la filiera, a patto che ci siano le marginalità per poterlo fare. In settori nuovi si percepisce maggiormente il vantaggio di questo valore aggiunto, mentre in settori più tradizionali – come ad esempio la progettazione meccanica – questo aspetto è visto come una cosa che non ha modo di cambiare, perché è sempre stato così o per paura di spendere troppo.
Ma quanto sono vere queste affermazioni? Non si sa. E conosci il perché? Perché queste giustificazioni sono frutto di una fase di monitoraggio dei risultati blanda se non del tutto assente. Solo quando verrà dato valore al tempo speso nelle fasi di ideazione, allora il nostro impatto ecologico non si limiterà solo nell’investire in nuove energie rinnovabili o nel ridurre le emissioni di gas direttamente dal prodotto. Il nostro tempo si concretizza nel rendere efficiente il processo, minimizzando le conseguenze che il nostro prodotto apporterà nell’intero ciclo delle attività, nessuna esclusa.
Ed ecco le mie conclusioni. Sogno un mondo dove la gestione del ciclo di vita del prodotto, o altresì detta Product Lifecycle Management (PLM), diventi un’abitudine e non uno spreco di tempo. Vorrei che in ogni nuovo progetto meccanico ci fosse un approccio strategico alla gestione delle informazioni, dei processi e delle risorse a supporto del ciclo di vita di prodotti e servizi, dalla loro ideazione, allo sviluppo, al lancio sul mercato, al ritiro. Chiedo troppo?
Forse dovrò aspettare il prossimo sbarco su Marte!
Sono Socio e General Manager di Kreacta, un brand di 10 i cube srl. Ho svolto in più occasioni il ruolo progettista meccanico e responsabile di prodotto in importanti aziende nel settore delle macchine utensili e della Ricerca Scientifica. Opero da oltre trent’anni nella progettazione meccanica e nella consulenza industriale, con esperienze anche nei settori di sviluppo del software, piattaforme web, realtà virtuale ed aumentata e sistemi interattivi.